UNA SFIDA PER IL FUTURO: CAMBIARE LA NOSTRA ALIMENTAZIONE PER SALVARE IL PIANETA
Una dieta sana prodotta con un sistema ecologicamente sostenibile.
Sembrerebbe un’utopia, uno di quei buoni propositi che tutti si pongono ma mai nessuno riesce a realizzare. Soprattutto se consideriamo che la produzione alimentare è la principale causa dei danni ecologici arrecati al pianeta. Le coltivazioni occupano circa il 40% del terreno mondiale e sono responsabili del 30% delle emissioni dei gas serra e del 70% dell’uso di acqua fresca.
Rappresenta inoltre una grave minaccia per l’ecosistema mettendo numerose specie a rischio di estinzione e generando delle vere e proprie “zone morte”. Circa il 60% delle riserve ittiche mondiali sono ormai esaurite, il 30% delle restanti sono sfruttate in modo eccessivo e rischiano di esaurirsi, e le acquacolture nate per affrontare tale problema ne generano però di nuovi danneggiando gli habitat naturali come le coste.
Oltre ai danni ambientali, lo stile di alimentazione attuale comporta anche gravi problemi di malnutrizione, con un tasso di mortalità superiore al fumo, alla droga, all’alcool ed alle malattie veneree messi assieme. Attualmente oltre 820 milioni di persone soffrono di malnutrizione: 7.151 milioni di bambini vivono di stenti, 51 milioni sono denutriti ed oltre 2 miliardi di persone presentano dei deficit nei micronutrienti. Nel mentre 2.1 miliardi di persone sono sovrappeso e le malattie legate ad una dieta ipercalorica sono in costante aumento. Un esempio è l’incidenza del diabete: negli ultimi 30 i casi accertati sono raddoppiati.
Nonostante con queste prerogative sembri irrealizzabile riuscire a salvare l’ambiente e garantire alle persone un’alimentazione sana ed equilibrata, la EAT-Lancet commission ritiene sia possibile risolvere entrambi i problemi entro il 2050.
Ha pubblicato un report analizzando i metodi e le strategie di produzione alimentare sostenibile e come sarebbero da modificare le tecniche attuali per raggiungere gli obbiettivi posti dall’Accordo di Parigi del 2015: la loro conclusione è che sia fattibile cambiando semplicemente la nostra alimentazione.
I vantaggi di un’azione a livello globale sulla nutrizione sono due:
Da un lato una dieta sana consentirebbe la prevenzione di circa 11 milioni di morti all’anno, che rappresentano tra il 19% e il 24% del totale dei decessi tra gli adulti.
Dall’altro l’impatto ambientale della catena produttiva alimentare diminuirebbe, traguardo necessario considerato che attualmente è insostenibile.
Il team della EAT-Lancet, composto da 37 eminenti scienziati provenienti da tutto il mondo ed appartenenti agli ambiti più disparati, ha strutturato una proposta in sette punti, in cui illustra i due obbiettivi e le strategie da adottare per ottenere in 50 anni un’alimentazione sana ed una catena produttiva ecologicamente sostenibile, tramite quella che definiscono una dieta “Win-win”, ovvero in cui entrambe le parti non hanno che da guadagnarci.
Ma innanzitutto bisogna definire il concetto di “dieta sana”: ovvero un programma alimentare che ottimizzi la salute, il benessere fisico, mentale e sociale dell’individuo. Ciò si ottiene con un apporto calorico ottimale, con una predilezione per i cereali integrali piuttosto che per quelli raffinati, con l’assunzione di molti alimenti di origine vegetale e pochi di origine animale per limitare l’ingestione di grassi insaturi. Per raggiungere questo traguardo sarebbe necessario raddoppiare a livello globale il consumo di frutta e verdura, legumi e frutta secca, ridurre di oltre il 50% l’assunzione di carni e di verdure amidacee (patate, zucca, mais) e ridurre il consumo di prodotti di derivazione animale come latticini e uova soprattutto in alcune aree che ne consumano in quantità elevate, come il Nord America.
Una volta definito in dettaglio in significato di dieta sana, la EAT-Lancet ha strutturato un programma in cinque punti per il raggiungimento dell’obbiettivo entro il 2050.
- Il primo passo è diffondere l’informazione sulla salute pubblica e sulla sostenibilità agendo anche sul marketing alimentare e sulla dispensazione di consigli ed interventi nutrizionali.
- Il secondo è diversificare l’agricoltura e la pesca affinché i prodotti non siano semplicemente sufficienti a sostenere il fabbisogno mondiale, ma possano garantire una dieta variegata e sostenibile senza un eccessivo sfruttamento delle risorse per le coltivazioni intensive. In questo modo si potrebbe presenvare la biodiversità
- Modificare le tecniche ed i mezzi di coltivazione riuscirebbe a garantire una sufficiente produttività con un minor impatto ambientale. Ciò si può ottenere migliorando i fertilizzanti, ottimizzando il consumo di acqua, valorizzando le caratteristiche intrinseche del luogo e rispettando la biodiversità.
- Tali implementazioni dovranno riguardare terreni agricoli già esistenti, poiché secondo la EAT-Lancet non è opportuno ampliare ulteriormente le aree coltivate, ed anzi, sarebbe necessario favorire il rimboschimento delle aree degradate. Una politica simile andrebbe applicata anche alle risorse ittiche: la pesca negli oceani dovrebbe essere ridistribuita in modo da non pesare su determinate aree ipersfruttate, rendendo la pesca sostenibile ed a basso impatto faunistico.
- Il quinto punto è ridurre gli sprechi alimentari ed i rifiuti del 50%, migliorando la raccolta e lo smaltimento, i trasporti e gli imballaggi degli alimenti, una collaborazione di tutti gli attori della catena produttiva, ed una maggiore sensibilizzazione del consumatore.
Se si riuscissero a seguire queste cinque indicazioni, sarebbe un Win-win per l’ambiente e per la salute umana. La EAT-Lancet ha dichiarato degli obbiettivi chiari, precisi e misurabili, ed ha spiegato il metodo per raggiungerli. Il cambiamento che propongono non è né semplice né immediato, ma di certo è necessario.
E questo cambiamento deve provenire innanzitutto da noi, dalle nostre abitudini alimentari. Basta dare una rapida occhiata al diagramma del fabbisogno nutrizionale vs. l’alimentazione effettiva che adottiamo per comprendere che il margine di miglioramento è notevole. La linea verticale tratteggiata rappresenta la quantità ottimale di alimenti per la salute e l’ambiente, le linee colorante come nella legenda il reale consumo. Ed un cambiamento in tal senso, come ha spiegato la EAT-Lancet, non solo fa bene alla nostra salute, ma all’intero pianeta.