ALIMENTAZIONE E FERTILITA’: L’IMPATTO DELLA DIETA SULLA SALUTE RIPRODUTTIVA
L’infertilità è un problema che può colpire sia maschi che femmine in età riproduttiva. A livello medico viene definita come l’incapacità di una coppia ad andare in contro ad una gravidanza per un periodo pari o superiore a 12 mesi. Si stima che colpisca il 30% delle donne e solo il 7% degli uomini. Tra i numerosi fattori che influenzano la salute riproduttiva, come disordini dell’ovulazione, disordini dell’apparato riproduttivo e malattia croniche, vi è anche l’alimentazione, che può avere un effetto negativo sulla fertilità sia degli uomini che delle donne.
Numerosi studi hanno rilevato che una dieta mediterranea, ricca in alimenti di origine vegetali, pesce, latte e derivati e carne bianca influisce positivamente sulla fertilità, riducendo il rischio di insulino resistenza. Oltre ad influire positivamente sulla fertilità, la dieta mediterranea è risultata benefica per quanto riguarda malattie croniche come: malattie cardiovascolari, cancro ed altre malattie croniche.
Al contrario una dieta ricca in zuccheri semplici, carni rosse, grassi saturi trans e povera in fibre e grassi insaturi risulta dannosa per la fertilità (Figura 1). Una dieta di questo tipo, di conseguenza porta ad un elevata resistenza insulinica. Per resistenza insulinica si intende una risposta biologica alla stimolazione insulinica di determinati tessuti quali fegato, muscoli e tessuto adiposo. L’insulino resistenza interferisce con la normale rimozione di glucosio, causando disordini metabolici e, appunto, infertilità.
Di grande importanza quando si parla di alimentazione e fertilità, è l’impatto che hanno i singoli macronutrienti e micronutrienti. Carboidrati
Secondo le linee guida alimentari americane, le calorie derivanti dagli zuccheri aggiunti devono rappresentare non più del 10% delle calorie derivanti dai carboidrati in generale. Infatti, elevati livelli di zuccheri possono portare allo sviluppo malattie croniche come l’obesità e il diabete di tipo2. I livelli di glucosio nell’organismo sono regolati dalla proteina GLUT2. Nei maschi è stato osservato che variazioni del gene GLUT2, responsabile della regolazione dei livelli di glucosio nel nostro organismo, sono responsabili per un’alterata sensibilità. (Tab1). Grassi
I grassi svolgono numerose funzioni all’interno del nostro organismo: sono una fonte di energia per il nostro corpo e giocano un ruolo cruciale nella sintesi di ormoni, membrane cellulari e membrane dei tessuti. Un ruolo cruciale nella capacità di metabolizzare i livelli dei grassi è dato dal DNA: individui portatori della variante rs7903146 per il gene TCFL2, sono più propensi ad ingrassare ed andare incontro a resistenza insulinica rispetto a quelli che presentano la variante CC o TC del gene in presenza di una dieta ricca di grassi. Un altro esempio è rappresentato dal gene APOA2: individui che portano la variazione rs5082 di questo gene presentano un maggior assorbimento di grassi saturi. Buone fonti di grassi sani possono essere l’avocado, il salmone.
Un altro componente fondamentali delle diete sono le proteine. Una dieta a basso contenuto di proteine è un potenziale fattore che può influenzare la salute riproduttiva. Al contrario, non ci sono studi che dimostrano che un elevato apporto di proteine con la dieta possa ad alterare il normale stato di salute delle persone. Inoltre, è stato osservato che, a seconda della fonte proteica, animale o vegetale, vi sono effetti diversi sull’attività insulinica: proteina di origine vegetale inducono una minor risposta insulinica rispetto alle proteine di origine animale.Minerali
La giusta concentrazione di vitamine e minerali è fondamentale per molti processi fisiologici, incluso la maturazione embrionale: una carenza in minerali può influenzare la fertilità. Alcuni studi hanno mostrato come molte donne facciano fatica ad assumere il fabbisogno giornaliero consigliato di micronutrienti, principalmente per quanto riguarda l’Acido folico, la Vitamina B12, il Calcio, lo Iodio, il Selenio e la Vitamina D.
Carenze nella quantità di calcio, portano ad una diminuzione della concentrazione di vitamina D e ad un aumento del rischio di ipertensione o preclampsia. La preeclampsia è una patologia potenzialmente molto grave che può svilupparsi durante la gravidanza, caratterizzata da un innalzamento eccessivo della pressione sanguigna e accompagnata dalla presenza di un elevata quantità di proteine nelle urine. Questa patologia può provocare il distacco della placenta e/o parto pretermine.
L’impatto dell’Acido Folico, della vitamina B6 e della Vitamina B12 è correlato con il metabolismo dell’omocisteina. Una carenza in vitamina B12 altera il processo di rimetilazione e la vitamina B6 porta ad un accumulo di omocisteina a causa dell’aumento di attività di un enzima chiamto cystathione b-synthase. Di coseguenza, il processo di Transulfurazione, mediante il quale l’istamina è convertita in cisteina, diminuisce. Studi dimostrano che una iperomocisteinemia combinata con una bassa concentrazione di acido folico costituiscono una causa ricorrente di aborto.
La vitamina D partecipa alla modulazione delle funzioni riproduttive delle donne. Numerosi studi hanno dimostrato che i recettori per la vitamina D sono espressi in numerosi tessuti degli organi riproduttivi, come le ovaie, l’endometrio, la placenta, le ghiandole pituitarie e l’ipotalamo. Una mancanza di vitamina D ha effetto sulla concentrazione di calcio ed aumenta la produzione e la secrezione di citochine infiammatorie; ed influenza il metabolismo del glucosio stimolando la sintesi e la secrezione di insulina.
L’acido folico è inoltre strettamente correlato allo sviluppo della spina bifida, una patologia molto grave che interessa il feto. Per questo motivo è ormai prassi consigliare l’integrazione dei folati nelle donne alla ricerca di una gravidanza.
Problematici possono essere anche altri nutrienti, come ad esempio la colina, indispensabile per lo sviluppo neurologico del feto, o appunto le vitamine B12, B6 e D. Per questo motivo è importante cercare di seguire una dieta sana e ricca di questi nutrienti.
Un esempio di un alimento ricco di vitamina D sono il merluzzo e le aringhe. La vitamina D è presente anche nel tonno e nel salmone, che però non devono essere consumati in grandi quantità durante la gravidanza per l’elevata presenza di metalli. In gravidanza bisogna quindi preferire il pesce azzurro. La colina e la vitamina B12 sono presenti nelle uova, nella carne, nel pesce e nel latte, è quindi necessario integrarle in caso di dieta vegetariana o vegana o semplicemente carente in alimenti di origine animale. La vitamina B6 è presente nei cereali integrali, nei legumi, nella carne, mentre i folati sono presenti nelle verdure a foglia verde e nelle crucifere, ma attenzione che si degradano facilmente con la cottura!Caffeina e Alcol
Altri fattori che bisogna tenere in considerazione sono la quantità di caffeina e alcohol che vengono normalmente assunti con la dieta in quanto potrebbero impattare negativamente sulla fertilità. La caffeina, se assunta ad alte dosi può portare ad una maggiore difficoltà nel concepimento e ad un maggiore rischio di aborto. L’EFSA, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, ritiene che donne in gravidanza o che stanno cercando di rimanere incinta non dovrebbero assumere giornalmente più di 200 mg di caffeina. Queste considerazioni valgono per tutti gli alimenti contenenti caffeina, come il tè, il cioccolato, e non solo il caffè.
L’assunzione di alcohol, sia in piccole dosi che in quantità elevate è connesso ad una riduzione della fertilità e ad un incremento del rischio di andare incontro a disordini del ciclo mestruale. Sebbene non sia stato scoperto il meccanismo mediante il quale l’alcohol influenza la fertilità, sembra vada ad influenzare le concentrazioni ormonali endogene, impattando direttamente sulla maturazione delle cellule uovo, sull’ovulazione e sullo sviluppo delle blastocisti.
In conclusione, l’alimentazione è parametro fondamentale da tenere in considerazione quando si parla d’infertilità, soprattutto in un’epoca in cui si tende sempre a mettere in secondo piano i benefici che una corretta alimentazione può avere sul nostro organismo.