LE PROPRIETA’ BENEFICHE DEL PEPERONCINO

LE PROPRIETA’ BENEFICHE DEL PEPERONCINO

Le spezie rappresentano un elemento fondamentale della cucina di tutto il mondo e vengono usati per aromatizzare, colorare e conservare il cibo

Le spezie, oltre a migliorare il sapore degli alimenti, servono anche ad aiutare le persone a mantenersi in salute, avendo funzione protettiva nei confronti di malattie croniche e acute non trasmissibili. Le spezie, infatti, presentano attività di protezione contro malattie cardiovascolari e neurodegenerative, cancro e diabete mellito di tipo 2 (T2DM).

Il peperoncino è una delle spezie più usata in ambito alimentare, usato per la produzione di oli piccante, oppure, come base per salse piccanti e paprika. Inoltre, può essere usato come ingrediente per le insalate.

La sua diffusione in ambito alimentare è talmente estesa che numerose culture credono che la pianta sia originaria del loro paese. Tuttavia, l’origine di questo alimento è una sola, l’America. Anche le varianti giapponesi come il Sishito, oppure, il Bird Eye, Bonnet e Cayenne, hanno tutte origine americana.  Solo in seguito ai viaggi di Cristoforo colombo, la pianta si è diffusa in tutto il mondo. Questo ha permesso a numerose culture di iniziare a consumarlo in ambito alimentare. Al contrario di quello che si può pensare, anche se gli Europei furono i primi ad entrare in contatto con la pianta in seguito alla scoperta delle Americhe, furono anche i più restii ad introdurlo nella propria alimentazione per via del sapore piccante che ai tempi venne definito violento. I primi popoli ad utilizzarlo come condimento furono i popoli asiatici, dove i mercanti usavano i semi come condimento dei piatti. Tuttavia, solo a partire dal 19° secolo questo alimento venne introdotto nella cucina della classe medio borghese.

Sebbene, quindi, l’utilizzo in ambito alimentare non sia stato immediato per via del suo sapore particolare, il peperoncino presenta numerosi effetti benefici per la salute delle persone. È stato dimostrato, infatti, che l’assunzione di questo alimento riduce il rischio di mortalità in presenza di malattie croniche. Paradossalmente, queste sue proprietà benefiche sono dovute ai composti che conferiscono quel sapore piccante per cui all’inizio non veniva apprezzato, i capsaicinoidi, oltre al fatto che l’utilizzo di spezie come il peperoncino comporta spesso una riduzione nell’uso di sale e quindi una riduzione di problemi cardiovascolari legati ad un suo uso eccessivo. Questi composti rappresentano circa il 2% di tutti composti bioattivi presenti nel frutto. La capsaicina rappresenta circa il 60% dei capsaicinoidi. Mentre, in quantità minori, circa il 20% è la diidrocapsaicina.

Le proprietà benefiche del peperoncino sono svariate dal miglioramento della salute cardiovascolare delle persone, passando per la capacità di tenere sotto controllo il peso delle persone, fino al miglioramento della salute del microbiota intestinale.

Il miglioramento della salute cardiovascolare delle persone deriva dalla capacità della capsaicina di ridurre la concentrazione di lipidi nel sangue. Uno studio condotto su modelle animali ha dimostrato che, l’assunzione di 3 mg/kg/giorno di capsaicina, riduce i livelli di colesterolo LDL, aumentando, contemporaneamente, quelli del colesterolo HDL.

Inoltre, il consumo di peperoncino può aiutare nella gestione del peso aumentando il senso di sazietà e la produzione di calore da parte del corpo che, di conseguenza, porta ad un aumento del dispendio calorico. In questo meccanismo gioca un ruolo fondamentale il recettore TRP. In esperimenti condotti sui topi, l’attivazione di TRPV1 ha portato ad una riduzione del tessuto adiposo. La sua capacità di tenere sotto controllo il peso delle persone non è dovuta solo alla capacità di aumentare il senso di sazietà e la riduzione del tessuto adiposo ma, anche, alla capacità di tenere sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue, mantenendo, inoltre, livelli normali di insulina. Inoltre, aumenta la concentrazione di glicogeno.

In ultimo, la capsaicina sembra avere effetto protettivo nei confronti del microbiota intestinale. La capsaicina, infatti, inibisce il rilascio di acidi e la secrezione della mucosa intestinale. Inoltre, è stata già evidenziata l’attività antimicrobica delle spezie che inibiscono l’attività di alcuni batteri come Helicobacter pylori.

Uno studio ha osservato l’effetto che la somministrazione di capsaicina attraverso la dieta ha sul microbiota intestinale. I pazienti che assumevano la capsaicina per un periodo di 6 settimane vedevano aumentare l’abbondanza di Faecalibacterium. Questi risultati erano accompagnati da un aumento dei livelli plasmatici di GLP-1. Ulteriori analisi dell’enterotipo hanno rivelato che questi soggetti potevano essere raggruppati in enterotipi di Bacteroides (E1) e Prevotella (E2), e i suddetti effetti benefici sono stati principalmente ottenuti nei soggetti E1. Inoltre, i soggetti E1 presentavano una quantità maggiore di Faecalibacterium e una concentrazione di butirrato più elevata rispetto ai soggetti E2.

Può solo giovare alla salute quindi l’aggiunta di un po’ di peperoncino alla dieta, anche più volte la settimana, salvo indicazioni specifiche di uno specialista.



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